Diagnostica precoce del tumore della mammaria
Il tumore della mammella è il tumore maligno più frequente nelle donne italiane e occidentali, e la sua incidenza è in continuo aumento. Raro prima dei 25 anni, dopo tale età l’incidenza della malattia aumenta progressivamente fino alla menopausa per stabilizzarsi a circa 50-60 anni e riprendere l’incremento dopo ii 65 anni di età. Oggi la malattia presenta un buon tasso di sopravvivenza e la cura definitiva è una realtà probabile se viene diagnosticata precocemente. Per questo motivo dagli anni ’60 nel mondo e dagli anni ’90 in Italia sono stati organizzati programmi di screening per la diagnosi precoce del tumore al seno.
Il modo migliore per combattere una malattia e in special modo il tumore della mammella , e’ quello di non farlo comparire.
Le conoscenze attuali sulle reali cause di insorgenza del cancro della mammella, non ci permettono di impedire che avvenga la trasformazione cellulare maligna.
Che cosa puo’ fare una donna per se stessa???
Come e’ uso consultare fin dalla giovane eta’ uno specialista ginecologo che puo’ controllare lo stato di salute dell’apparato di sua competenza ,e consigliare avvedutamente quali sono gli esami piu’ indicati per mantenersi in buona salute, cosi’ dovrebbe essere abitudine chiedere consiglio al senologo di fiducia per tutto quello che riguarda la possibilita’ di diagnosi precoce di eventuali patologie della mammella.
Oggi il programma nazionale di screening prevede l’utilizzo della mammografia ogni 2 anni nelle donne di età superiore ai 45 anni fino ai 70. Tuttavia questa neoplasia non risparmia le donne di età inferiore ai 45 anni, che non sono ancora andate incontro alle modificazioni ormonali della menopausa e presentano un seno ricco di componente ghiandolare (seno denso “giovanile”). Al contrario si sta assistendo a un aumento di incidenza dei tumori maligni nelle donne giovani, tra 25 e 39 anni, che spesso vengono diagnosticati tardi quando la malattia è più grave per la mancanza di un programma di screening in questa fascia di età.
La ghiandola mammaria è composta da tessuto ghiandolare, tessuto adiposo e tessuto di sostegno rappresentati in proporzioni variabili in età diverse. Nella donna giovane la quota prevalente di tessuto ghiandolare rispetto a quello adiposo attribuisce una maggiore densità e consistenza alla mammella. Questa caratteristica si evidenzia all’esame mammografico (mammografia) con quadro di maggiore opacità della mammella (seno denso). Questa opacità di base rende più difficile evidenziare nelle ghiandole giovanili e dense tumori o noduli di piccole dimensioni all’interno della ghiandola. Per questo motivo in presenza di questa tipologia di seno e nelle donne con protesi le formazioni tumorali possono essere mal visualizzabili alla mammografia.
L’ecografia in questi casi rappresenta l’esame più utile in quanto le sue caratteristiche tecniche la rendono più adatta a evidenziare eventuali formazioni nodulari nel seno “denso” e giovanile.
Ecografia mammaria
L’ecografia mammaria è un esame di semplice esecuzione, che non utilizza radiazioni, della durata di pochi minuti, non doloroso, utilizzato nei programmi di screening nazionale come esame di secondo livello o di completamento dopo la mammografia nella diagnosi precoce del tumore mammario. Tuttavia si va affermando l’idea che tale indagine vada considerata fondamentale nella diagnosi precoce del tumore della mammella nelle donne giovani e con seno denso alla mammografia.
L’ecografia è realizzata da un ecografista specializzato che studia tutto il seno e le stazioni linfonodali della mammella. Al termine dell’esame viene consegnato alla paziente un referto corredato di immagini.
Visto che l’esame ecografico non è un esame radiologico e non utilizza radiazioni potenzialmente dannose può essere ripetuto a breve distanza di tempo e può essere effettuato anche in gravidanza.
Inoltre è l’esame più utilizzato in pazienti con protesi mammarie e permette di evidenziare precocemente complicanze legate a dislocazioni o fissurazioni della protesi.
Infine l’ecografia permette di identificare patologie mammarie benigne che la mammografia non è in grado di discriminare, o di chiarire la natura e le caratteristiche di immagini dubbie alla mammografia:
- Dilatazione dei dotti galattofori
- Papillomi intraduttali (piccoli “polipi” all’interno dei dotti galattofori che possono causare anomale secrezioni dal capezzolo e che possono evolvere in tumori)
- Cisti semplici o cisti complesse
- Presenza di linfonodi ingranditi nel cavo ascellare
- Lipomi e fibrolipomi
Tuttavia è opportuno dire che l’ecografia non può ancora sostituire la mammografia in quanto si è dimostrata meno utile nelle donne con seno a prevalente componente adiposa. Inoltre la mammografia è fondamentale nella identificazione e definizione di quadri tumorali iniziali e intermedi che si presentano con accumuli di microscopiche particelle di calcio nella mammella (micro calcificazioni)
Attualmente oltre alla mammografia ed ecografia, sono possibili valutazioni diagnostiche anche con l’impiego di lettori ottici della luce nella banda del rosso ,e della risonanza nucleare magnetica.
Per la complessita’ delle apparecchiature necessarie ,per l’impiego di mezzi di contrasto, e per la durata dell’esame, la risonanza deve essere impiegata in casi particolari.
I lettori ottici ,per la semplicita’ di impiego e per la assoluta innoquita’ dei mezzi fisici impiegati ,luce rossa monocromatica a 690 nanometri , sono strumenti con un futuro di impiego nella diagnosi precoce in tutte le donne in cui la mammografia trova difficolta’ di uso ( portatrici di protesi e seno denso giovanile)
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